B&B Cantine Cameli
Una dimora storica immersa nella natura
Non è senza qualche emozione che si rivivono lontani ricordi che scaturiscono dal più profondo della memoria.
Questi fabbricati si trovano nella S.P. Valtesino di Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno, sul margine destro, al Km 2 dalla S.S. 16 e dal mare.
La famiglia Cameli proveniva dal Casale, un antichissimo agglomerato di case spontaneamente accresciutosi nei secoli, immerso in ulivi secolari e circondato da vigne estese, a 5 Km dal paese, sempre nella Valtesino, ma sulla sponda destra del fiume.
La prima grande casa, con il sotterraneo adibito a cantina per botti di legno e sopra l’abitazione, risale alla fine dell’Ottocento. Per quasi un secolo è stata qui raccolta tutta l’uva prodotta lungo la vallata, dalle dolci colline ascolane fino alla montagna.
La costruzione è di tipo tradizionale, sia per la forma che per l’impiego dei materiali.
Le Cantine Cameli, rappresentando la fase più importante del processo produttivo, quella della trasformazione dell’uva e della commercializzazione del vino, a ragion veduta sorgono nel fondo valle e in prossimità di una strada di collegamento tra le zone interne e le direttrici del traffico commerciale marittimo e litoraneo.
Si collocano storicamente nel punto più alto di una lunga evoluzione dei sistemi di agricoltura. Vi si realizzano nella pratica produttiva le fondamentali acquisizioni scientifiche ed empiriche di una lunga esperienza. Lo sviluppo dell’impresa familiare in questo periodo è stato fortemente sorretto dalle nuove tecnologie. Il quadrante elettrico, posto in alto sul muro della cantina e dimenticato per più di mezzo secolo, ne è oggi testimonianza.
Il complesso si prefigura come unico residuo di quelle attività protoindustriali che videro Grottammare, nell’Ottocento, protagonista e capoluogo di innumerevoli iniziative nel campo della trasformazione dei prodotti agricoli.
Agli inizi del Novecento la famiglia si stabilisce nella nuova casa, proseguendo l’attività agricola, ma prevalentemente dedicandosi alla produzione di vino.
Intorno agli Anni Venti è stata costruita la seconda casa, di vago stile liberty, anch’essa con il sotterraneo adibito a cantina, ma qui le vasche sono direttamente costruite in cemento. Quindi le botti di legno della prima costruzione vengono eliminate e sostituite con vasche in cemento collegate da una serie di tubi di rame. Altri locali sarebbero stati costruiti subito dopo per poter svolgere l’attività vinicola sempre più crescente. Tutto il resto dei fabbricati risale agli Anni Trenta.
Si conservano intatti ancora oggi, all’interno ed all’esterno, tutte le strutture e i mezzi originari per le tecniche delle vinificazione.
La spaziosa stanza attigua alla prima casa servirà nel tempo da mensa per gli operai e infine da scuola rurale e seggio elettorale fino agli Anni Settanta.
La grande tettoia che unisce le due case è stata luogo di lavoro, sosta per lunghi rimorchi, spazio per pranzi di cerimonie ed anche “sala cinematografica” negli Anni Cinquanta-Sessanta per la proiezione di film a carattere divulgativo riguardanti le nuove tecniche agricole. La parte più lontana dall’abitazione era adibita a rimessa per attrezzi e a stalla per buoi, cavalli, animali da cortile. L’aia è racchiusa in questo grande spazio.
Una stessa famiglia contadina è vissuta dal ’30 al ’75 nella seconda casa, costruita difatti per i proprietari che però ormai non potevano più gestire anche la produzione agricola. Intorno si vedevano allora ordinati filari di viti, ulivi e alberi da frutto.
Nel 1975 le cantine sono state definitivamente chiuse. Subentravano altri stili di vita e di lavoro.
Nel 2008 è terminato il gravoso e lungo restauro conservativo. (Edificio di valore architettonico e storico documentario – PGR ’97 Comune di Grottammare)